lunedì 21 gennaio 2019

pillole - Quello che i genitori dovrebbero fare riguardo lo sport dei figli


pillole - Quello che i genitori dovrebbero fare riguardo lo sport dei figli
 
I genitori hanno sicuramente un progetto per i loro figli. Si sono confrontati a lungo su ciascuna scelta, hanno in corso un cantiere gigantesco dal quale esce quotidianamente il prodotto dei loro ragionamenti riguardo la crescita del loro bambino.
Un bambino ha bisogno di genitori che scelgano. Questo non significa che l’educazione di un figlio sia fatta di scelte singole, rigide e definitive, forse è più giusto dire che il progetto educativo prenderà forma grazie ad un’infinità incessante di scelte.
Una cosa però è certa: una scelta pensata, analizzata e condivisa va sostenuta con fermezza. Gli avversari di questa fermezza necessaria sono la volubilità dei bimbi, che spesso per un non nulla chiedono di saltare un allenamento, i capricci dei bimbi che a volte si impuntano per futili motivi e boicottano tutte le decisioni che li riguardano, e la fragilità di alcuni genitori che non hanno il polso per imporre le regole stabilite a costo di vivere una mezz'oretta di impopolarità coi figli.

Una buona scelta deriva da una efficace produzione di idee. Per esempio si decide di scegliere un’attività che prepari allo sport ma che mantenga  uno stile giocoso e divertente e non sia esasperato verso l’agonismo. Ottima idea.

Una buona scelta proviene da una buona osservazione, quindi, continuando nell'esempio, un'attività di preparazione allo sport potrà essere proposta a bimbi molto “fisici” da far sfogare, oppure molto timidi da far sbocciare, oppure molto “monelli” da far inquadrare, oppure poco socievoli da gettare nella mischia, oppure pigri da far staccare dal cellulare o dall’ipad. Bene, ottima scelta.

Bisogna trovare soluzioni che piacciano a tutti e due i genitori, che siano compatibili con il loro modi di pensare, con le loro abitudini, con i loro valori. Ci vuole molto equilibrio ma se si media, in genere, si fa un ottimo lavoro.

E il bimbo non ha voce in capitolo? Ogni scelta presa va monitorata, controllata, osservata e ridiscussa continuamente, ma i giudici di quella scelta rimangono sempre i genitori, non i bambini. Non si smette di andare al campo perché quel giorno il bimbo non vuole o perché fa un capriccio o perché il bimbo lamenta alcune difficoltà. Si smette di andare al campo perché, valutato, osservato e discusso come sta andando l’esperienza sportiva del bimbo nel suo complesso, si ritiene di dover cambiare la scelta che sta a monte di quell’impegno. In questa valutazione, osservazione e discussione si deve valutare se coinvolgere anche l’educatore/allenatore del bimbo per essere certi di aver valutato ogni variabile e per avere un punto di vista esterno alla famiglia.

Ecco, riassumendo, se devo dare un consiglio ai genitori dico: scegliete uno sport che vi convinca, con degli educatori che vi convincano, con un progetto che vi convinca; osservate vostro figlio e decidete se quel progetto fa per lui, prendete la decisione di iscriverlo e mantenete con fermezza l’impegno. La bontà della scelta la sapete valutare voi, non lui. Gli regalerete la più importante vittoria nella sfida della sua formazione.

Dopodiché osservate la sua risposta nel tempo, tenetevi in contatto con gli educatori/allenatori. Sarete sicuramente in grado di capire se la vostra scelta è corretta o va cambiata. E comunque comportandovi in maniera ferma avrete passato l’idea di una coppia di genitori che sanno scegliere, sanno modificare il loro punto di vista e che comunque vogliono che gli impegni si rispettino.

Federico Ghiglione - Pedagogista
Resp. progetto PROFESSIONE PAPA'
Resp. U6, U8, U10 CUS Genova Rugby
Resp. RUGBYTOTS Genova
www.professionepapa.it



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