Educatori al tempo del Coronavirus - Rigore e leggerezza
Il Coronavirus, che tutto ha sconvolto, ci ha imposto una
vicinanza e una assiduità con i nostri figli che è una novità assoluta. L’assenza
del normale ritmo di vita fa nascere nuove problematiche.
Prima di questa quarantena, per tutta la mattina e anche un
pezzo del pomeriggio, i figli erano fuori dal nostro sguardo e poi, finiti i
compiti, uscivano con gli amici, andavano a fare sport, avevano attività
organizzate.
Gli interventi educativi erano concentrati nei momenti di convivenza,
e questa ottima alternanza presenza\assenza ci aiutava a trovare un buon
equilibrio.
Per noi genitori c’erano momenti in cui si “lavorava” sul bimbo ma c’erano
anche momenti di libertà nei quali ci i poteva rilassare, perché intanto il
figlio lo stava gestendo qualche capo scout, qualche allenatore, qualche
maestro.
Per loro figli c’era il momento dei cazziatoni,
ma poi c’erano i momenti per perdere tempo, per cazzeggiare senza uno scopo, per
dire stupidate in chat con gli amici, fare
porcherie, dire parolacce, mettere musica a palla, svaligiare il frigo, senza
avere i nostri occhi addosso.
Adesso siamo sempre gli uni sotto gli occhi dell’altro e non
ci diamo tregua, tutto ci sembra disordinato, fuori controllo, alla deriva. Un po’
lo è. E’ vero.
Però attenzione. Attenzione a non pretendere troppo da noi
stessi e da loro.
L’educazione è un processo lento che deve sedimentare, non è
una mannaia che si abbatte sui figli e li forgia immediatamente. E non è
nemmeno un’azione che ottiene la sua efficacia se propinata a raffica ad ogni
minima occasione senza nessuno sconto. Tutt'altro, quindi, soprattutto in
questo periodo cerchiamo di non avere fretta e di non essere asfissianti.
Facciamo in modo che questa assiduità insolita non ci renda insopportabili ed intransigenti. Insopportabili perché incapaci di
alternare momenti educativi a momenti di leggerezza, oppure perché non lucidi nel
capire che dopo una sgridata ci vuole il momento del disgelo
e del recupero affettivo. Intransigenti perché incapaci di scegliere per bene le sole
cose importanti su cui non passare sopra, lasciando correre le altre.
I compiti potranno essere fatti anche in orari fantasiosi,
la sveglia potrà essere tollerata anche a metà mattinata, a nanna si potrà
andare assieme ai grandi, ogni tanto si potrà mangiare davanti alla TV (l'elenco potrebbe essere infinito), e tutto
questo apparente lassismo non comprometterà la crescita dei vostri figli o la
vostra autorità di genitore ma sarà soltanto un’abile strategia di convivenza
in quarantena.
Potrà essere un buon metodo ricorrere spesso alla frase: “vabbè,
visto che siamo in quarantena facciamo uno strappo alla regola”, così si
ribadisce la regola e ci si regala, tutti quanti, un po’ di relax.
E poi, facciamoci tutti un bell'esame di coscienza.
Rendiamoci conto di quanto questa quarantena ci abbia destabilizzato
e che impegno ci sia voluto per trovare un nostro equilibrio e poi immaginiamoci
questa difficoltà che effetti può avere avuto sulla vita di un bimbo o un
ragazzino.
Gli adulti siamo noi. Forza e coraggio.
Federico Ghiglione - Pedagogista
Resp. progetto PROFESSIONE PAPA'
Resp. U6, U8, U10 SUPERBA RUGBY GENOVA
Resp. RUGBYTOTS Genova
www.professionepapa.it