giovedì 7 maggio 2020

Educatori al tempo del Coronavirus - Rigore e leggerezza




Educatori al tempo del Coronavirus - Rigore e leggerezza
Il Coronavirus, che tutto ha sconvolto, ci ha imposto una vicinanza e una assiduità con i nostri figli che è una novità assoluta. L’assenza del normale ritmo di vita fa nascere nuove problematiche.
Prima di questa quarantena, per tutta la mattina e anche un pezzo del pomeriggio, i figli erano fuori dal nostro sguardo e poi, finiti i compiti, uscivano con gli amici, andavano a fare sport, avevano attività organizzate.
Gli interventi educativi erano concentrati nei momenti di convivenza, e questa ottima alternanza presenza\assenza ci aiutava a trovare un buon equilibrio.
Per noi genitori c’erano momenti in cui si “lavorava” sul bimbo ma c’erano anche momenti di libertà nei quali ci i poteva rilassare, perché intanto il figlio lo stava gestendo qualche capo scout, qualche allenatore, qualche maestro.
Per loro figli c’era il momento dei cazziatoni, ma poi c’erano i momenti per perdere tempo, per cazzeggiare senza uno scopo, per dire  stupidate in chat con gli amici, fare porcherie, dire parolacce, mettere musica a palla, svaligiare il frigo, senza avere i nostri occhi addosso.
Adesso siamo sempre gli uni sotto gli occhi dell’altro e non ci diamo tregua, tutto ci sembra disordinato, fuori controllo, alla deriva. Un po’ lo è. E’ vero.
Però attenzione. Attenzione a non pretendere troppo da noi stessi e da loro.
L’educazione è un processo lento che deve sedimentare, non è una mannaia che si abbatte sui figli e li forgia immediatamente. E non è nemmeno un’azione che ottiene la sua efficacia se propinata a raffica ad ogni minima occasione senza nessuno sconto. Tutt'altro, quindi, soprattutto in questo periodo cerchiamo di non avere fretta e di non essere asfissianti.
Facciamo in modo che questa assiduità insolita non ci renda insopportabili ed intransigenti. Insopportabili perché incapaci di alternare momenti educativi a momenti di leggerezza, oppure perché non lucidi nel capire che dopo una sgridata ci vuole il momento del disgelo e del recupero affettivo. Intransigenti perché incapaci di scegliere per bene le sole cose importanti su cui non passare sopra, lasciando correre le altre.
I compiti potranno essere fatti anche in orari fantasiosi, la sveglia potrà essere tollerata anche a metà mattinata, a nanna si potrà andare assieme ai grandi, ogni tanto si potrà mangiare davanti alla TV (l'elenco potrebbe essere infinito), e tutto questo apparente lassismo non comprometterà la crescita dei vostri figli o la vostra autorità di genitore ma sarà soltanto un’abile strategia di convivenza in quarantena.
Potrà essere un buon metodo ricorrere spesso alla frase: “vabbè, visto che siamo in quarantena facciamo uno strappo alla regola”, così si ribadisce la regola e ci si regala, tutti quanti, un po’ di relax.
E poi, facciamoci tutti un bell'esame di coscienza.
Rendiamoci conto di quanto questa quarantena ci abbia destabilizzato e che impegno ci sia voluto per trovare un nostro equilibrio e poi immaginiamoci questa difficoltà che effetti può avere avuto sulla vita di un bimbo o un ragazzino. 
Gli adulti siamo noi. Forza e coraggio.


Federico Ghiglione - Pedagogista
Resp. progetto PROFESSIONE PAPA'
Resp. U6, U8, U10 SUPERBA RUGBY GENOVA
Resp. RUGBYTOTS Genova
www.professionepapa.it

venerdì 1 maggio 2020

Bimbi al tempo del Coronavirus - Cosa ha tolto e cosa ha dato?



Bimbi al tempo del Coronavirus  - Cosa ha tolto e cosa ha dato?


Parlando di bimbi fino ai 10\12 anni nel dare/avere del Coronavirus, cosa stanno guadagnando e cosa stanno perdendo?

Cosa stanno guadagnando?
Guadagnano tempo per il gioco, per loro stessi, per dormire, per stare con papà, mamma e fratelli.

Infatti hanno l'occasione per sviluppare la fantasia del gioco libero che la vita frenetica degli impegni non concede loro; fanno l'esperienza della noia, spauracchio della vita frenetica ma invece terreno fertile della creatività; vivono con il loro reale ritmo sonno veglia, dettato non dagli orari scolastici o di lavoro ma dagli stati d'animo, dalla curiosità, dall'entusiasmo, dalla voglia di vivere; hanno un papà e una mamma a disposizione tutto il giorno per qualsiasi gioco, per riempire i buchi di solitudine, per ogni tipo di sfida, per ogni tipo di esibizione di bravura, per esplorare nuovi mondi, per parlarsi e giocare e non solo per farsi scarrozzare in auto, per giocare, sfidarsi, per esplorare, per farsi guardare, per essere visti.

Dovessi scegliere, la cosa che più mi salta agli occhi come opportunità di questa situazione nuova, difficile e imprevista, intendiamoci, è proprio l'opportunità di "vedersi". Reciprocamente. Volenti o nolenti, ci dobbiamo guardare, vedere, osservare, studiare. E questo per i bambini è meraviglioso.
Essere sicuri di essere visti.


Cosa stanno perdendo?
Stanno perdendo la socialità. Stanno perdendo il ritmo veglia/sonno, stanno perdendo il balance dovere/piacere.

Non avere più la possibilità di essere costretti a farcela da soli, a scuola, nello sport, nelle attività extrascolastiche, ai giardini, per strada, in casa dell'amichetto, toglie loro l'occasione di grandi sfide, affrontate le quali, si ritroverebbero cresciuti. In quell'allontanamento dalle loro sicurezze, dai loro punti di riferimento, dai loro ripari, sta il segreto della loro crescita. In quell'allontanamento dagli occhi vigili dei genitori, guadagnano la libertà di sbagliare senza che il genitore chioccia intervenga per spianargli la strada e, di nuovo, crescono.
Avere interrotto questo circuito virtuoso, è una perdita. Non ci si deve stupire, né preoccupare, se qualche bimbo in questo periodo regredisce un po'. Qualche pipì a letto che ricompare, qualche visita in più nel lettone, qualche difficoltà a prendere sonno da solo, qualche paura che riemerge. La comodità di riattivare le attenzioni dei genitori chioccia è più attraente dell'euforia di crescita.
La perdita del ritmo veglia/sonno se prima abbiamo provata a guardarla nella sua positività, può avere anche un rovescio della medaglia, costituendo una perdita di una vita più ordinata anche in termini di orari per l'alimentazione e per l'armonizzazione con la vita della famiglia in generale.
Anche la perdita del "balance" dovere/piacere, piccolo strumento educativo per far capire la necessità di occuparsi in maniera bilanciata di compiti e svaghi, crea un po' di confusione. In questo gli impegni scolastici stringenti della scuola ai tempi normali erano di per sè ottimi alleati. Adesso i doveri non hanno più una collocazione temporale stabile, ma diventano frutto di contrattazioni continue.

Dovessi scegliere la cosa che più mi salta agli occhi in termini di perdita in questa nuova situazione, sceglierei la mancanza di una pluralità di soggetti educativi a disposizione del bambino. Allenatori, Maestri, amichetti, Educatori, fornivano un'esperienza molto più varia e completa. In questo momento non hanno che noi genitori. Diamoci da fare.

Federico Ghiglione - Pedagogista
Resp. progetto PROFESSIONE PAPA'
Resp. U6, U8, U10 SUPERBA RUGBY GENOVA
Resp. RUGBYTOTS Genova
www.professionepapa.it